Vinicio Prizia Percezioni dietro l’occhio
COMUNICATO VINICIO PRIZIA Percezioni dietro l’occhio → Ricordava Jolena Baldini che Vinicio Prizia, Pittore, Incisore e Scultore variamente impegnato, ha compiuto la sua educazione artistica presso il Liceo e l’Accademia di Belle Arti di Roma, e ha frequentato gli studi di Jean Pierre Velly, che previde un’affermazione indiscutibile dei suoi valori e lo studio di Gian Paolo Berto, mentre Giuseppe Selvaggi parla di … genio, ossia con l’intelligenza della penetrazione nei fatti e nelle idee, Prizia porta la figura all’intima solennità delle cose che sono e sempre saranno. Stefania Severi vuole richiamare l’attenzione proprio sulle scelte tecniche operate dall’Artista. Sono acquerelli, acrilici, oli, acrilici con olio, realizzati con grande maestria avvalendosi del processo delle velature di rinascimentale memoria, a ribadire l’importanza di una esecuzione a regola d’Arte, rara nel contemporaneo
Evidenzia Lorenzo Canova che Vinicio Prizia appartiene a quella linea della Storia dell’Arte che ha attraversato i millenni, i Continenti e le Culture attingendo a un nucleo originario dell’immaginario collettivo, una visione delle ibridazioni, delle metamorfosi, delle fusioni impossibili tra mondo umano, vegetale e animale che richiama archetipi del profondo per aprirsi a scenari futuribili. In questo rapporto, tuttavia, il Pittore aggiunge una componente contemporanea che oltrepassa le vecchie coordinate per scegliere una visione che egli stesso ricollega alla meccanica quantistica. Crea così chimere, sfingi, sirene del futuro dà vita quindi alle sue bizzarre e mutevoli composizioni con uno spirito rigoroso ed eclettico, attingendo a diverse fonti e a diverse suggestioni per costruire un sistema visivo che sembra una prosecuzione delle decorazioni metamorfiche della Domus Aurea, incrociate con gli esseri creati nell’allucinato laboratorio dell’Isola del Dottor Moreau di Wells: fusione tra uomini e animali e premonizioni profetiche di molte sperimentazioni attuali.
Catherine Velly considera che i disegni e le forme di Prizia, ora umane ora animali, ora fuse in una dissacrante ma misteriosa unione, vengono analizzate e rielaborate tramite un ragionamento che è scientifico e contemporaneo, ma è anche pervaso da un antico spirito analitico supportato da un rigore tecnico e un metodo che ci riportano alla minuziosa indagine dei Maestri antichi, che, col disegno dal vero, indagavano la natura e le sue molteplici espressioni e la sua dimensione storica, scientifica e moderna. E così opera Vinicio Prizia: una grande tecnica perfezionata grazie all’insegnamento del suo grande Maestro di disegno Jean Pierre Velly.
Dice Danilo Maestosi che Vinicio Prizia può sembrare un Dio timido, a noi sembra piuttosto un Dio coerente, che a suo modo, rispetta quel che ha creato, sottrae le sue creature all’anonimato dell’indistinto, e si limita a suggerire loro la chance di una vita parallela. Una prudenza che però moltiplica lo spaesamento. Non ti toglie la bussola, ma te ne fornisce una che non punta automaticamente verso il nord. Lasciando così libero lo spettatore di scegliersi la rotta.
Tutta la sensibile poetica di Vinicio Prizia è perciò anticonvenzionale, illustra Gianluca Murasecchi, la natura è ai suoi occhi un testo aperto, nel quale ogni singola entità è un signum sovrapponibile ad altri sensi, pur restando nel suo stesso significato, un’aggregazione composita pone le singole letture quali rapporti incrociati.
Giulio Farachi Francesco spiega che il lavoro di Prizia s’increspa di echi antropologici, gli stessi che riconducono alla rappresentazione del Mito e delle apparenze possibili, al tentativo di comprendere la stessa natura umana, dimidiata fra il bisogno di certezza e stabilità, quindi di constatazione concreta e verificabile delle cose così come effettivamente sono, e la necessità di prender parte al divenire del mondo, di concepire la visione del nuovo e diverso, di progettare e di creare, di simboleggiare e significare il mistero dell’esistenza.
Definiamo questa concisa ma intensa antologia critica su Vinicio Prizia, reputato uno dei maggiori incisori italiani, Direttore Artistico e Curatore del Centro per l’Incisione e la Grafica del Comune di Formello, con il testo di Flavio D’Agate per il quale creare implica l’osmosi di energia, forza, costanza, qualità che Prizia esprime in percezioni di architettoniche atmosfere surrealiste e leggermente cubiste, dal profumo kantiano di muschi di concetti razionali e passionali in un tempo. Il suo creare va in tutte le direzioni, è centrifugo e centripeto, passato presente e futuro dello spazio.
Le tre dimensioni si raccolgono nel mistero … in un dialogo mutante tra passato e futuro
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