SALVATORE PROVINO L’Identità culturale di Bagheria Palazzo Inguaggiato

COMUNICATO STAMPA → Salvatore Provino torna a Bagheria. Si inaugura sabato 8 Luglio alle ore 18.00 e sarà visitabile fino al 23 Luglio 2023 la Rassegna espositiva con Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Salvatore Provino, Ferdinando Scianna, Giuseppe Tornatore con la performance musicale di Rayna Karyieva dal titolo l’Identità culturale di Bagheria nel Palazzo Inguaggiato di Corso Butera 112 a Bagheria. Bagheria nasce … ci racconta il Maestro Salvatore Provino … dalla creazione e dalla realizzazione delle Ville nel ‘700 da parte dei nobili, degli aristocratici residenti nei dintorni di Bagheria. Il principe, il conte, i nobili tutti in quel periodo si fanno costruire le loro ville. Ne sorgono a decine realizzate da numerosissime maestranze coinvolte in quel periodo a Bagheria. Ma, terminata la costruzione delle ville, Bagheria non è rimasta orfana da coloro che edificandola l’hanno fondata, fatta nascere e vista crescere, e, per un caso che non lascia nulla al caso, decidono di stabilirvisi definitivamente. Scarpellini, Scultori, Pittori, ma anche Contadini, Pastori, Commercianti e altre forme di lavoro. L’Arte che plasma l’Ambiente, l’Arte che attraverso lo Spirito riesce a vivere in simbiosi con la natura, l’Arte che si pone al centro dello sviluppo sostenibile. L’Arte è nel DNA del popolo bagherese, scorre e pulsa nelle vene di questo popolo, di Comunità unita e profondamente solidale, vincolata ad un territorio unico nel suo sviluppo e nella sua storia di popolazione laboriosa e fertilmente creativa. le Istituzioni pubbliche e private, a testimonianza, rendono omaggio a questa realtà, a futura memoria, come esempio straordinario della creatività per il genere umano. La memoria va costantemente alimentata per essere trasmessa puntualmente ai più giovani e alle future generazioni recuperando con orgoglio, la sua storia, le sue radici, la sua tradizione e proiettarsi verso la contemporaneità con l’invito appassionato a sviluppare la conoscenza del territorio in un rapporto dialogico corale, di una comunione di intenti e di energie, e farsi strumento in ascolto.

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