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LAURA GORI Mostra retrospettiva al Teatro Tordinona


COMUNICATO STAMPA → Si inaugura a Roma mercoledì 29 Novembre 2023 alle ore 19.00, allestita nelle Sale espositive del Teatro Tordinona in Via degli Acquasparta 16, la Mostra retrospettiva dell’Artista Laura Gori dal titolo Vita Flamenca a cura di Giulia Mininni, con la partecipazione della Compagnia di Danza Flamenco Flores. Laura Gori nasce nel ’51 a Signa. Figlia d’Arte del Maestro fiorentino Gino Paolo Gori ha vissuto a Firenze dove inizia, giovanissima, a dipingere. Sotto la guida di Anna Romano si diploma Figurinista di Moda. Nel 1973 soggiorna in Inghilterra dove frequenterà la Scuola libera del nudo presso l’Accademia di Bath. Seguono viaggi di studio in Europa e in particolare in Spagna. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze seguendo il Corso di Incisione. È del 1976 la sua prima Mostra allestita alla Galleria Cancelli di Firenze. Faranno seguito numerose Mostre personali. Membro del gruppo Artegiro ha partecipato a numerose Mostre collettive in Italia e all’estero sulle navi da crociera della Costa Armatori, in Turchia, Spagna, Egitto, Marocco, Grecia, Portogallo, Palestina, Ucraina, Senegal. La Mostra sarà visitabile fino a sabato 9 Dicembre 2023.

 


 

LAURA GORI Mostra retrospettiva al Teatro Tordinona testo di Renato Giordano

 

Dal testo titolato Laura Gori ed i Colori del Flamenco Renato Giordano illustra … il nome d’arte della pittrice Laura Gori (1951 – 2004) è stato Ipanema. Un nome esotico che fa pensare ad Acapulco ed al Brasile ma anche in senso più lato alla musica, alla danza, ai colori, alla gioia … ed i suoi quadri sono pieni di colori, pieni di vita, e di corpi in movimento. Non a caso possiamo trovare dei punti di contatto tra il Brasile del nome Ipanema e la Spagna Andalusa delle opere dedicate al mondo del flamenco che sono una vasta ed importante parte della produzione pittorica della Gori. Non si può dimenticare però l’influenza su Laura Gori dello stile del padre, l’artista Gino Paolo Gori, un pittore importante della sua generazione. I due hanno addirittura condiviso l’atelier, lo studio di lavoro, per un certo periodo di tempo come Laura racconta in un delicato e poetico racconto inserito in un libro da lei curato dal titolo “Racconti intorno al cavalletto”. Il padre era figliolo del Giotto e del Fattori, come titolava un articolo a lui dedicato, ed innamorato della bella époque e di Firenze, ma fiorentino a tutto tondo e fin nell’anima. E da qui, dall’interazione artistica ed affettiva col Babbo parte anche la ricerca artistica di Laura Gori. I primi riferimenti sono i grandi pittori italiani e francesi di fine Ottocento, come Fattori, Renoir, Gioli, Cezanne … I macchiaioli e gli impressionisti, ma rivisti con la sua arte del sorriso, dello stupore, della piena e spettacolare originalità moderna di una ragazza della Beat Generation. Ed il suo esotismo è anche altro, è il mercato di Dakar, è la medina di Rabat. Ma le sue atmosfere più originali e personali sono sicuramente le notti andaluse, i balli di flamenco che proseguivano fino a mattino nei locali della musica gitana. Corpi in movimento che riempiono la tela policroma percorsa da pennellate che si muovono sinuose e sensuali sulla superficie. Le macchie di colore, il ritmo della musica, l’esperienza del flamenco riportata come pittura in movimento. E Lei è quasi un Fattori pacifista, il quale sostituisce le sue scene militari dai colori vivaci, le sue manovre di cavalleria con le danzatrici sinuose, i piani prospettici, la costruzione quasi teatrale delle figure. Il teatro già, il Teatro presente nella famiglia della Gori grazie al fratello Giancarlo, regista, attore ed autore, ma il Teatro senz’altro fa capolino nelle tele di Laura, in quelle dedicate al flamenco ma anche in quelle totalmente teatrali, ambientate su di un palcoscenico rigorosamente in assi di legno riempito da policromi Arlecchini, Pantaloni e Colombine oscillanti tra Watteau e Picasso. Quello dipinto da Laura è il flamenco degli anni settanta del secolo scorso, quando una intera generazione di giovani riscoprì il flamenco, quello di Paco de Lucía, di Carmen Amaya, quello suonato in locali fumosi e stimolanti che si chiamavano El Cordobes o El Molino. È fugace, il flamenco, come l’estate perenne che ne ospita le melodie. È una carezza e tempesta, è calore e smarrimento. Lascia dentro l’animo di chi se ne imbatte la sua musica zingara per sempre. Come una danza rituale il flamenco suona l’amore, il fuoco, la sofferenza, la malinconia di una terra, l’Andalusia, che si lascia cullare, custodire, raccontare e cantare dalle sue romantiche note che hanno ammaliato una giovane e talentuosa pittrice, Laura Gori Ipanema, che ne ha colto nella sua opera tutta l’essenza, riproducendola nelle sue opere che per fortuna continuano a trasmetterci quell’essenza anche oggi, nel nostro mondo troppo globalizzato.

 


 

LAURA GORI Mostra retrospettiva al Teatro Tordinona comunicazione

 

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