SALVINA MAESANO canta nella Norma a Palazzo Ducezio di Noto
COMUNICATO STAMPA → Sul suggestivo sfondo di Palazzo Ducezio, sede del Municipio di Noto, nello spazio antistante la Cattedrale, è stata allestita il 20 luglio l’Opera Norma, capolavoro di Vincenzo Bellini, grazie alla collaborazione del Comune di Noto, dell‘Associazione Concertistica Corale Mediterranea Orchestra Giovanile Siracusana e del Grande Albergo Alfeo. Una serie interminabile di applausi finali ha decretato il pieno successo dell’Opera con gli scalini della cattedrale pieni di pubblico, come non li avevamo visti mai. Un progetto ambizioso, che ha richiamato un folto pubblico anche da fuori Provincia, attratto da un titolo che è certamente tra i più amati dagli appassionati della lirica. Con la direzione orchestrale del Maestro Michele Pupillo e la Regia di Paolo La Delfa è andata in scena a Noto, fra la cornice di Palazzo Ducezio e la scalinata della Cattedrale, Norma, un’Opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou l’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet. L’Opera sotto le stelle continua ad avere una grande risposta di pubblico. Dopo i successi di Tosca, Traviata, Bohème, si aggiunge questo di Norma. Il Sindaco di Noto Corrado Bonfanti e l’Assessore alla Cultura Frankie Terranova possono dire con orgoglio che l’Orchestra Mediterraneo Siracusana e Coro, nel calendario dell’estate notinese, sono un fiore all’occhiello del quale possono andare orgogliosi. Michele Pupillo ha diretto l’Orchestra, Coro e cantanti con la maestria di sempre. Tutti i protagonisti hanno dato il loro meglio in questo posto incantevole. Tony Fanciullo ha curato la scenografia. Alla fine dello spettacolo sono tutti felici. Questa espressione non è esagerata, forzata. Il suo calore, la sua partecipazione, il pubblico li aveva espressi durante la messa in scena. Noi abbiamo voluto dar voce a tutti i protagonisti perché questa volta la scommessa era stata messa in moto, dopo i contatti con il Sindaco Bonfanti, direttamente dal Maestro. Miche Pupillo aveva voluto alzare l’asticella nella scelta dell’Opera da rappresentare. Norma di Vincenzo Bellini. Voleva proprio vedere se la sua creatura artistica, la “sua Orchestra e Coro” sarebbero stati in grado di seguirlo in questa sfida, cioè rappresentare una delle Opere più belle dell’Ottocento operistico italiano. In questa sfida si è trovato accanto il Presidente dell’Orchestra, Natale Calafiore. Insieme sono partiti per questa avventura che adesso li rende orgogliosi della scelta ed ancora oggi commossi dal riscontro, sia durante la rappresentazione, sia subito dopo, sia nei giorni a seguire, perché, Norma, a Noto, è diventato l’argomento del quale si parla ancora oggi mentre scriviamo. Il capolavoro belliniano quando lo si è portato in scena lo si è sacrificato nella sua parte musicale, nel senso che le direzioni orchestrali cercavano di mettere in risalto tutti quei bellissimi passaggi vocali a discapito della parte musicale che veniva sacrificata per esaltare le voci. Michele Pupillo, due giorni prima della messa in scena ci ha confermato la sua scelta: … la musica è bellissima, le voci pure, voglio mettere tutte e due questi elementi uno al servizio dell’altro. Scommessa riuscita, vinta. Le ovazioni del pubblico durante, alla fine della rappresentazione, dopo e dopo ancora sono una testimonianza vera di questo successo. La Regia di Paolo La Delfa, belliniano puro, ha sposato in pieno le scelte del maestro Pupillo e nei lunghi mesi di prove quell’intreccio fra situazioni sceniche ed incroci musicali hanno trovato il loro assestamento, la loro armonia intrinseca, così come Vincenzo Bellini le aveva pensate nella sua stesura. Poi si sa che nell’esecuzione sul palcoscenico qualche sfumatura non va nel posto giusto. Persone più qualificate di noi possono, nel merito, avere pareri diversi, ma la sfida era portarla in scena, proprio perché Norma è famosa anche perché non la si porta in scena per le difficoltà vocali intrinseche nell’opera stessa. La regia era di Paolo La Delfa, che è riuscito a sfruttare al meglio lo spazio tra Palazzo Ducezio e la scalinata della Cattedrale, grazie anche alla scenografia di Tony Fanciullo, essenziale, quasi minimalista, arricchita però da proiezioni che segnavano i momenti salienti della vicenda e al contempo il doloroso percorso della protagonista, sacerdotessa, madre e amante a un tempo: il Regista ha scelto movenze sceniche sobrie, quasi accennate talvolta, calibrando però esattamente gli ingressi dei protagonisti e della massa corale sui tempi orchestrali, motivo per cui tutta l’azione scenica si è snodata con estrema fluidità, amplificandosi grazie a un oculato taglio delle luci, che ha sottolineato vieppiù l’aspetto simbolico della vicenda rispetto a quello realistico. … una Norma assolutamente focalizzata sui protagonisti, ben contestualizzati dai costumi della Sartoria Pipi di Palermo. L’Orchestra Mediterranea Siracusana, sotto l’attenta e precisa guida del maestro Michele Pupillo, ha dato prova di compattezza e ottimo affiatamento, non sovrastando mai i cantanti … Quanto al direttore, ha scelto con notevole congruenza i tempi, evitando di rallentare troppo nei momenti lirici e intimistici, con particolare attenzione ai Cantanti, che hanno avuto così modo di esprimersi al meglio delle loro possibilità. Va sottolineata in particolare l’estrema cura che è stata posta sia nella precisione degli attacchi, sia nell’esecuzione dei recitativi belliniani, parte integrante del tessuto operistico, talvolta veri e propri ariosi, che il bravo Michele Pupillo ha dimostrato di aver compreso nel loro più intimo significato, guidando con mano esperta l’Orchestra alla ricerca della morbidezza del suono, dell’afflato lirico, in un continuum musicale che ha reso piena giustizia alle melodie lunghe del Cigno catanese. Anche il cast vocale, molto ben affiatato, ha riscosso un grande successo da parte del pubblico. Antonino Intelisano, nei panni di Pollione, ha dato prova di una voce stentorea … che si è rivelata invece particolarmente interessante. Il soprano Salvina Maesano, nel ruolo di Adalgisa, ha messo in campo una vocalità possente. È una cantante interessante … potrà senz’altro riservare piacevoli sorprese al pubblico. Gonca Dogan, nel ruolo di Norma, ha fornito un’interpretazione di notevole livello, dando prova di una tecnica di prim’ordine, di ottima tenuta di fiato e di una morbidezza dell’emissione che, insieme a mezzevoci davvero suggestive e a incantevoli filati, le hanno consentito di dominare con assoluta padronanza l’impervia tessitura della sacerdotessa. Ottima Attrice oltre che Cantante, ha dimostrato di aver compreso sino in fondo il dettato belliniano, curando nei minimi dettagli i tanti recitativi a lei affidati, dallo scultoreo Sediziose voci all’irato Tremi tu? E per chi tu tremi?, recitativi che, oltre a essere stati interpretati, cantati e non semplicemente eseguiti (com’è in voga presso sue colleghe ben più blasonate e osannate dal pubblico), sono stati accompagnati da una gestualità sicura, a tratti ieratica, a tratti dolorosa, come nello struggente Teneri figli o nel disperato Deh, non volerli vittime, dove Gonca Dogan è riuscita davvero a commuovere e a rendere appieno il dramma umano della protagonista. Paolo La Delfa, che ha sostituito nel ruolo di Oroveso l’infortunato Dante Roberto Muro, ha cantato con notevole professionalità: voce dalla bella brunitura e sostenuta da una tecnica sicura, ha mostrato notevole presenza scenica, soprattutto nella scena d’apertura e in quella finale, delineando un Oroveso imperioso ma al tempo stesso umanissimo. Completavano il cast i bravi Filippo Micale, nei panni di Flavio, e Antonella Fioretti, Clotilde. Precisi e puntuali gli interventi del coro, diretto da Maria Grazia Di Giorgio.
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